Antonio Spera, presidente di GE HealthCare Italia, Malta e Israele, traccia il futuro degli ospedali digitali, portando l’esempio innovativo dell’Humber River Hospital di Toronto, un modello già in funzione in Canada, e riflette sul divario italiano in questo campo.
A Toronto, presso l’Humber River Hospital, il futuro della sanità è già realtà grazie al Command Center, una struttura tecnologica all’avanguardia paragonabile a una torre di controllo aeroportuale. Utilizzando big data, intelligenza artificiale (IA) e machine learning, il sistema è in grado di gestire in modo efficiente un ospedale intero. “Nulla viene lasciato al caso: medici e infermieri non scrivono più nulla su carta. Le informazioni sono digitali al 100%, accessibili tramite tablet installati fuori dalle stanze dei pazienti”, spiega Spera. In Italia, per ora, questa trasformazione sembra lontana.
L’importanza di un sistema completamente digitale
Il primo passo per replicare il modello canadese è una rivoluzione organizzativa che renda le strutture ospedaliere completamente “paperless”. In Canada, questo ha permesso all’Humber River Hospital di monitorare in tempo reale l’intera struttura: gestione dei letti, monitoraggio delle dimissioni e persino previsioni sull’assenteismo dei pazienti. Grazie all’IA, il sistema analizza dati demografici e condizioni meteorologiche per ottimizzare gli appuntamenti, riducendo le mancate presentazioni del 70%.
Un esempio concreto di efficienza
L’ottimizzazione dei processi ha permesso all’Humber River di ottenere l’equivalente di 35 posti letto in più, senza la necessità di costruire nuove infrastrutture o assumere ulteriore personale. “L’IA non si limita a migliorare l’efficienza organizzativa”, sottolinea Spera, “ma ha applicazioni cliniche cruciali”. Ad esempio, può prevedere il rischio di sepsi incrociando parametri vitali dei pazienti nelle aree critiche, come le unità post-operatorie, e avvisare il personale per un intervento tempestivo.
Innovazione nelle tecnologie mediche
Oltre all’IA, le tecnologie hardware stanno facendo passi da gigante. “Oggi possiamo ottenere una TAC cardiaca ad altissima precisione in meno di un secondo”, afferma Spera. Anche la radioterapia è più precisa e sicura, adattandosi al respiro dei pazienti e riducendo gli effetti collaterali. Tuttavia, l’evoluzione tecnologica comporta una mole enorme di dati da gestire, rendendo necessario l’impiego di supercomputer e di sofisticati algoritmi di machine learning.
Medicina predittiva e personalizzata
L’obiettivo finale è una medicina sempre più personalizzata e predittiva, basata su una miriade di dati integrati. Le scienze multiomiche, che combinano informazioni radiologiche, genomiche e metaboliche, permettono di pianificare terapie specifiche e prevedere l’evoluzione della malattia per ogni paziente. “Più passano gli anni, più le risposte diventano certe e i trattamenti su misura”, precisa il presidente di GE HealthCare Italia.
La sfida del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr)
Il Pnrr destina oltre 4 miliardi di euro alla digitalizzazione degli ospedali italiani, ma l’implementazione procede a rilento. “Le gare sono state assegnate, ma le installazioni sono ancora poche. Non siamo neanche a metà strada”, osserva Spera. Eppure, la necessità di ammodernare il sistema sanitario è pressante, soprattutto se confrontiamo il nostro ritardo con l’agilità della Spagna, che ha già installato gran parte delle nuove tecnologie in meno di due anni.
Uno sguardo al futuro
Cosa ci aspetta tra 10-15 anni? Spera immagina ospedali con assistenti robotici umanoidi, simili a quelli annunciati da Elon Musk, capaci di svolgere compiti assistenziali complessi. Tuttavia, in Italia ci saranno probabilmente differenze marcate tra territori più o meno avanzati. Mentre in Nord America i Command Center sono già decine, in Italia il potenziale di crescita è alto, ma richiede visione politica e un serio impegno nell’innovazione. “La partita si gioca adesso”, conclude Spera, lanciando un appello per non perdere l’occasione di cambiare davvero la sanità italiana.
Fonte: Avvenire